Pubblichiamo le dichiarazioni dei politici nei giorni successivi al blitz della Provincia di Bolzano, che ha fatto votare in Commissione dei 12 lo smembramento della governance del Parco nazionale dello Stelvio..
Mario Malossini, presidente (PDL) della Commissione dei 12 (e ricordiamo ex presidente della Giunta provinciale negli anni novanta) ha dichiarato che il Parco resterà tale e nazionale e che le tutele non diminuiranno affatto-
Intervista completa:
Qutidiano Trentino – Trento 01 dicembre 2010 Ai timori di Legambiente replica il presidente della Commissione dei Dodici, Mario Malossini, difendendo la filosofia della normativa e sottolineandone i vantaggi per gli ambiti locali. «Mi pare che abbiamo fatto anche oggi una discussione molto lunga, costruttiva, creando una norma molto equilibrata», dice Malossini. «Ci si muove dentro lo spirito della norma di attuazione del 1974 che prevedeva che tra le funzioni delle province sulla gestione del territorio ci fossero anche quelle del Parco e contemplava altresì la costituzione del Consorzio. Credo che anche il futuro, per una questione di garanzia delle risorse e dell’efficienza, possa essere maggiormente garantito con una gestione fino in fondo da parte dei territori. Tenendo conto che le province hanno legiferato in tema di flora, fauna e salvaguardia ambientale in maniera avanzata. Con questa norma si va ad assicurare una maggiore chiarezza di funzionalità, inoltre l’articolo 79 prevede interventi sui Comuni confinanti e questo è una garanzia di continuità per la qualità degli interventi. Comunque “Parco nazionale dello Stelvio” rimane e si è previsto di dar vita ad un apposito comitato di coordinamento con la rappresentanza tra gli altri dei Comuni interessati e che avrà compiti di programmazione e di indirizzo. Mi permetto di aggiungere che questo garantisce un controllo più diretto a livello dei territori, quindi in ambito locale. Adesso vediamo come andrà: la parola passa al Consiglio dei ministri». Angelo Dalpez, presidente della parte trentina del Parco è cauto: «Io la norma non l’ho vista ancora. Certo, una gestione più autonoma l’avevamo richiesta anche noi nel 2008: sembrava che la norma che la istituiva passasse, ero tutto contento, ma poi era stata stralciata nella notte». Questa per voi è una sorta di riparazione, dunque. «In teoria lo è, anche se sappiamo come è partita la cosa, da Durnwalder. Certi timori che hanno gli ambientalisti li toglierei: io aprirei ancora di più il Parco, lo allargherei. A Peio non abbiamo certo i grandi caroselli». Dalpez ricorda le recenti vicissitudini finanziarie dipendenti da Roma: «Con una gestione locale non ci sarebbe stato il taglio di finanziamento sugli operai stagionali e sui Cococo avrei problemi enormi, tanto che mi sono adoperato per garantire i posti di lavoro attraverso delle cooperative in collaborazione con la Provincia».