Nel rispetto delle sue scelte, dobbiamo dire che non condividiamo lo strumento dello sciopero della fame usato dalla presidente di Nimby Simonetta Gabrielli.
Le riconosciamo però coerenza e impegno in questa battaglia civile per la riduzione dei rifiuti e crediamo che per questo vada ascoltata.
Chiediamo che Nimby trovi un ascolto vero questa volta insieme alle associazioni che in questi anni si sono impegnate sulla questione rifiuti, non per il ricatto dello sciopero ma per la semplice ragione che le associazioni ambientaliste e Nimby stessa hanno delle proposte interessanti.
Chiediamo l’apertura di un tavolo di lavoro e che il Piano Rifiuti sia riscritto.
Il Trentino è sicuramente oggi nelle condizioni di sperimentare una gestione dei rifiuti d’avanguardia, senza inceneritore.
L’inceneritore sarebbe un ostacolo a tutto questo, con costi ambientali ed economici evitabili.
Legambiente Trento