Mercoledì 9 marzo la nostra presidente ha partecipato ad un incontro in Provincia con l’Assessore all’urbanistica Mauro Gilmozzi e gli architetti che stanno progettando i prototipi del Progetto Baite che si chiama Baite High Clean.
Si tratta di ristrutturare con tutte le migliori tecnologie (speciali soluzioni per i pannelli fotovoltaici, il recupero dell’acqua piovana , fosse Hymhoff e a valle fitodepurazione e poi speciali soluzioni per i tetti e arredi interni) per recuperare isolamento termico e luce da 120 baite selezionate in 4 valli consierate aree economicamente depresse.
Abbiamo potuto vedere due interessanti prototipi di possibili baite. Abbiamo espresso, come del resto hanno fatto gli amici Luigi Casanova e Renata Tavernar di Mountain Wilderness, le nostre riflessioni sul progetto.
L’obiettivo del progetto Baite è il recupero edilizio e funzionale di antiche strutture rurali e dell’alpeggio a scopo turistico, come motore di una nuova imprenditorialità dal basso.
Solo che in realtà -come spesso accade qui- sarà la Provincia a mettere i soldi (si stimano 250.000 euro per ogni baita, dal progetto alla dotazione della mobilia interna) e a proporre l’azione. Resta da veder se ci sarà l’effettivo rispetto (ad esempio evitando di costruire nuova viabilità di accesso) architettonico e paesaggistico, ed anche se questo intervento sarpà far nascere un progetto culturale e di proposta turistica di qualità e radicato nei territori.
Non vorremmo che si spendessero i nostri soldi per ristrutturare snaturandole vecchie strutture legate alla millenaria cultura alpina, senza costuire un percorso sensato che dia valore alla nostra antica cultura.