Il ritorno all’orario invernale del servizio urbano degli autobus di Trento mostra purtroppo una riduzione (anticipata la scorsa primavera) delle corse rispetto all’anno scorso.
Il servizio urbano di Trento era stabilmente fra i migliori in Italia (fatto riconosciuto per esempio nei rapporti di Legambiente sull’Ecosistema Urbano) e continuerà ad esserlo anche dopo questa riduzione, visto fra l’altro che quasi tutte le città italiane hanno scelto di tagliare più o meno il servizio a causa della crisi finanziaria. Sappiamo anche che altri tagli, probabilmente maggiori, sono in vista per il trasporto ferroviario, regionale e interregionale.
Nonostante il mal comune, ci sembra che la scelta dell’amministrazione comunale di ridurre le corse contrasti con l’impegno, affermato anche nel Piano Urbano della Mobilità, di privilegiare il trasporto pubblco e con l’aumento dei passeggeri registrato negli ultimi anni.
Ci pare una scelta di tipo ragionieristico (bisogna ridurre le spese di x; quindi tagliamo le corse meno utilizzate fino a risparmiare x) che può sembrare adeguata nel breve periodo (un risparmio certo rispetto a un lieve peggioramento del servizio) ma a lungo termine rischia di diminuire l’attrattiva del trasporto pubblico rispetto all’uso degli autoveicoli privati.
In particolare, oltre alla riduzione delle frequenze su alcune linee (invitaimo la citatdinanza a segnalare i problemi specifici derivanti da ciò) notiamo due problemi grossi con il nuovo orario:
- aumentano le linee in cui si rinuncia all’orario cadenzato, ossia al fatto che gli autobus passino allo stesso minuto in tutte le ore. L’orario cadenzato è universalmente vsito come un mezzo per aumentare l’attrattiva di un sistema per gli utenti saltuari e irregolari, rendendoli fedeli;
- si rinuncia al programma di razionalizzazione delle linee già annunciato lo scorso anno, che avrebbe dovuto assicurare un servizio migliore dell’attuale a costi pari agli attuali. Per risparmiare qualcosa adesso, si rinubncia ad un miglioramento già pianificato (e certamente non a costo zero).
Pensiamo che fosse possibile esplorare altre soluzioni, presumibilmente in combinazione, all’innegabile problema finanziario: un piccolo aumento delle tariffe dei parcheggi, una rimodulazione del prezzo dei biglietti, dei controlli più efficaci sul pagamento dei biglietti.
Contiamo che sia ancora possibile, e necessario per preservare la qualità della vita, punatre ad un miglioramento del trasporto pubblico sia urbano sia extraurbano, secondo i piani più volte enunciati.