Parco locale del Monte Baldo: consegna della Bandiera verde

Martedì 25 marzo abbiamo finalmente consegnato la Bandiera verde di Carovana delle Alpi per la firma dell’accordo di programma che ha istituito il Parco Naturale Locale del Monte Baldo.

 

Ecco la motivazione:

 

Trentino
Bandiera Verde
a: Comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori e Nago- Torbole e alle Comunità di Valle della
Vallagarina e dell’Alto Garda-Ledro.
Motivazione: per la firma dell’accordo di programma sottoscritto il 15 giugno con la Provincia autonoma di
Trento, per avviare il primo Parco naturale locale del Trentino, quello del Monte Baldo.
Questo è l’esito felice, nella direzione da noi auspicata per lo sviluppo territoriale nelle Alpi, del
lungo percorso che aveva portato come primo passo all’attivazione della Rete delle Riserve naturali
del Monte Baldo, prevista dalla legge Provinciale numero 11 del 2007, poi sfociata in questo atto
politico che regala un altro parco al Trentino.

 

In particolare esprimiamo il nostro apprezzamento per il Comune di Brentonico, che da anni ha
intrapreso la strada verso la costituzione del Parco, trascinando con la convinzione dei suoi
cittadini e dei suoi amministratori anche gli altri Comuni, per mettere in una rete organizzata di
tutele e di divulgazione e fruizione rispettosa, le splendide riserve di un territorio montuoso fra i
più famosi e meritevoli di tutela e riconoscimento in Europa. Il Monte Baldo, situato al confine fra
Veneto e Trentino, conserva in un’ escursione altitudinale dai 65 metri slm del Lago di Garda, ai
2218 di Cima Valdritta, una marcata variabilità ambientale (dal leccio e gli ulivi, fino alle nevi) che
gli ha regalato una biodiversità vegetale eccezionale ben nota da secoli in tutto il continente,
riconosciuta sin dal XVI secolo, con numerose esplorazioni scientifiche di molti esperti per 450
anni.
In appena 390 km quadrati, il Monte Baldo, mai del tutto coperto dai ghiacci e quindi divenuto
zona di rifugio di specie endemiche, conserva il 43% delle specie floristiche alpine, come ci
insegnano i preziosi studi del Museo Civico di Rovereto e dei botanici Filippo Prosser e Alessio
Bertolli, con il loro team di esperti e volontari di ricerca.
Il punto di forza di un Parco Locale è la sua forte radice territoriale su base volontaria, l’elemento
critico è l’assenza di specifiche tutele oltre quelle già previste per le Riserve (sono infatti consentite
caccia e pesca, e in sostanza quasi tutte le attività antropiche) e l’incognita della dotazione
finanziaria e organizzativa per il futuro, che caratterizza questa nuova forma di area protetta.
Vigileremo sulla corretta applicazione dei principi ispiratori e sulla corretta valorizzazione del
patrimonio naturale, sul quale si dovrà costruire un progetto culturale e economico di ampio
respiro, a partire dal Piano di Gestione esistente.
Questo Parco è un’ottima scelta per un futuro sostenibile.