Li abbiamo fermati! Ieri, 29 aprile 2014, la Commissione dei Dodici doveva discutere e votare la Norma di attuazione del Decreto che di fatto avrebbe smembrato il Parco Nazionale dello Stelvio. Però grazie alle nostre attività e pressioni, ieri la discussione del punto è stata interrotta.
Per ora l’unitarietà del Parco è salva, non acora la capacità dello stesso di operare realmente la conservazione della natura e di reindirizzare l’uso del territorio verso il suo rispetto (alias: basta impianti di risalita e piste da sci dentro il Parco e grande attenzione alle centraline idroelettriche sui torrenti). Adesso chiediamo a gran voce una pubblica discussione su nuovi strumenti di governance da dare al Parco, che così com’è non funziona. L’altra questione è però politica e non di strumenti ed è la mancanza da parte della Regione Lombardia e della Provincia di Bolzano della volontà di mantenere vivo e nazionale l’Ente.
Ecco la storia del nostro impegno per lo Stelvio:
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Siamo stati a parlare con l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi e poi in Terza Commissione consiliare, lunedì. Eravamo come sempre insieme alle altre associazioni ambientaliste, con le quali lavoriamo uniti da anni sul fronte del Parco dello Stelvio. Ecco la lettera che abbiamo consegnato ai membri della Terza Commissione. Aiutateci, scrivete al Ministero dicendo che un Parco Nazionale non deve morire di inedia!
Qui di seguito trovcate la lettera che abbiamo comseganto alla Terza commissione Consiliare.
Oggetto: richiesta audizione urgente in Terza Commissione permanente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento sul futuro del Parco Nazionale dello Stelvio.
Dal “Corriere del Trentino” del 1 febbraio abbiamo appreso che al terzo punto all’ordine del giorno della convocazione della Commissione dei Dodici di martedì 4 febbraio era stato inserito l’esame della Norma di attuazione relativa al Parco Nazionale dello Stelvio.
In data 3 febbraio le sottofirmate Associazioni di protezione ambientale hanno inviato ai membri della Commissione dei Dodici un appello per sospendere la trattazione di quella norma, predisposta senza un reale confronto con gli interlocutori interessati: Ente Parco, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Province autonome di Trento e di Bolzano, Regione Lombardia, 24 Comuni del Parco, comunità locali, mondo scientifico, SAT, associazioni di protezione ambientale, cittadini.
Sempre dagli organi di stampa e d’informazione abbiamo appreso che nella seduta del 3 febbraio è sì iniziato l’esame della Norma, ma senza giungere alla sua approvazione.
Come è noto, il maldestro tentativo di “smembramento” del Parco Nazionale dello Stelvio e di soppressione del Consorzio compiuto dal Governo Berlusconi col decreto del 22 dicembre 2010 – che accoglieva la norma d’attuazione votata un mese prima dalla Commissione dei Dodici, senza l’intesa con la Regione Lombardia – ha provocato danni enormi, e cioè la sostanziale paralisi dell’attività dell’Ente, dovuta al mancato rinnovo degli organi collegiali scaduti da molti mesi:
il Consiglio direttivo dal 26 dicembre 2010;
il Comitato di gestione per la Provincia autonoma di Bolzano dal 12 marzo 2011;
il Comitato di gestione per la Provincia autonoma di Trento dal 16 luglio 2011;
il Comitato di gestione per la Regione Lombardia dal 3 ottobre 2012.
Solo il Collegio dei Revisori dei Conti – scaduto il 9 agosto 2012 – è stato ricostituito con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 6 settembre 2013.
In mancanza dell’organo collegiale di vertice (Consiglio Direttivo) l’attività istituzionale procede tramite decreti d’urgenza del Presidente del Consorzio, Ferruccio Tomasi, che di fatto agisce come fosse un “commissario straordinario”.
A termini del DPCM (art. 5, comma 3) del 26 novembre 1993 la nomina del Consiglio Direttivo spetta al Ministro dell’Ambiente, che vi provvede con apposito decreto, ma ad oggi non risulta alcun provvedimento di rinnovo di questo organo, fondamentale – insieme ai tre comitati di gestione – per un buon governo di questa importante area protetta delle Alpi.
Il Piano per il Parco, previsto ai sensi dell’articolo 12 della legge quadro sulle aree protette (394/1991), giace da anni presso gli uffici del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, in attesa dell’approvazione definitiva. La sua mancanza impedisce naturalmente una gestione efficace e in sintonia con gli indirizzi della legislazione europea ed internazionale.
Con la Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Legge di Stabilità 2014) il Parlamento (a maggioranza) ha stabilito che “mediante intese tra lo Stato, la regione Valle d’Aosta e le province autonome di Trento e di Bolzano, da concludere entro il 30 giugno 2014, sono definiti gli ambiti per il trasferimento o la delega delle funzioni statali e dei relativi oneri finanziari riferiti, in particolare, ai servizi ferroviari di interesse locale per la Valle d’Aosta, alle Agenzie fiscali dello Stato e alle funzioni amministrative, organizzative e di supporto riguardanti la giustizia civile, penale e minorile, con esclusione di quelle relative al personale di magistratura, nonche’ al Parco nazionale dello Stelvio, per le province autonome di Trento e di Bolzano. Con apposite norme di attuazione si provvede al completamento del trasferimento o della delega delle funzioni statali oggetto dell’intesa.” (comma 515).
L’inserimento di questa norma è la “naturale” – ma inaccettabile – conseguenza di quell’accordo politico firmato da PD, SVP e PATT nel dicembre 2012, in vista delle elezioni politiche del 2013.
Nel comma 515 della Legge 147/2013 non si cita però la necessaria intesa con la Regione Lombardia, nonostante il Parco nazionale dello Stelvio si estenda per il 45% in territorio lombardo!
A Noi non risulta che di recente la questione sia stata oggetto di esame e di confronto nei Consigli Regionali della Lombardia e del Trentino – Alto Adige/ Südtirol – le sedi più opportune, visto l’interesse interregionale della tematica – e nei Consigli Provinciali di Trento e di Bolzano.