Continua purtroppo la campagna di disinformazione sulla Valdastico Nord! Ora si arriva perfino a proporre connessioni tra un tamponamento sulla Valsugana (SS 47) e la presunta necessità dell’opera. Questa bufala del legame tra traffico in Valsugana e Valdastico continua ad essere ribadita con perseveranza, come dimostrato dall’analisi fatta dal prof. Curzel dell’Università di Trento e proposta in vari articoli e serate.
Sarebbe invece opportuno che l’opinione pubblica fosse formata su informazioni oggettive, non su frasi ad effetto, basate su presupposti falsi, e commenti a seguire.
Cerchiamo di ricordarne alcune.
Tutti gli studi effettuati, anche quelli commissionati e realizzati da chi vuole costruire l’autostrada, hanno sempre mostrato che il traffico di attraversamento della Valsugana è molto scarso (meno di 5000 veicoli al giorno nell’ipotesi massimale). Quindi è sicuramente falso che la Valdastico decongestionerebbe la Valsugana, poiché il traffico di quest’ultima è in larghissima maggioranza interno (prodotto dai flussi pendolari). La continua ripetizione di questa falsità sulla stampa ha chiaramente condizionato il dibattito sull’opera.
Quindi il traffico che eventualmente potrebbe intercettare la nuova strada è tutto traffico aggiuntivo, ad esempio di trentini che andranno a far shopping in Veneto o di mezzi pesanti che, in dipendenza dei pedaggi, potrebbero cambiare percorsi autostradali. Questo, ovviamente, aumenterà l’inquinamento delle valli senza produrre alcun vantaggio per il territorio, ma con costi di realizzazione e gestione altissimi.
Il percorso ipotizzato attualmente con uscita a Rovereto Sud è stato definito molto problematico dal punto di vista idrogeologico (per la fragilità intrinseca dei territori da attraversare e per il rischio di incidere in importanti falde acquifere), era stato scartato per queste ragioni e creerebbe diversi rischi ambientali nonché costi aggiuntivi (è, tra l’altro, incompatibile con le scelte del Veneto).
Si ricorda, infine, che nel 2012 l’Italia ha sottoscritto il protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, trattato internazionale ratificato dall’Ue che unisce ed impegna tutti i Paesi dell’arco alpino nella salvaguardia dell’ecosistema alpino. Secondo il protocollo trasporti di tale convenzione (art. 11) “le parti contraenti si astengono dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino”, mentre i progetti stradali di grande comunicazione per il trasporto intraalpino devono soddisfare alcuni requisiti socioeconomici e ambientali, che sicuramente non sono soddisfatti dal progetto della Valdastico Nord (a partire dall’essere “economica”).
Per tutte queste ragioni oggettive e non ideologiche, il Circolo di Trento di Legambiente resta contrario alla realizzazione dell’opera e auspica che la nuova Giunta provinciale lavori piuttosto allo sviluppo di un piano organico per i trasporti, con infrastrutture ed iniziative che rendano possibile lo spostamento del trasporto merci su rotaia, migliorino il trasporto pubblico e affrontino i problemi dell’inquinamento da traffico (particolarmente rilevanti per l’A22).
Legambiente non è affatto genericamente contraria alla realizzazione di opere che portino vantaggi chiari e siano realizzate con criteri trasparenti e tutela dell’ambiente. Se si punta sulla riduzione del traffico automobilistico e, in particolare, del trasporto su gomma e si rafforza la ferrovia del Brennero, si progettino opere coerenti con tale visione.