Legambiente esprime preoccupazione per quanto sta emergendo nell’indagine sull’Acciaieria di Borgo Valsugana.
Abbiamo fiducia verso l’utile lavoro di indagine della magistratura e della Forestale, che permetterà di fare chiarezza.
La vicenda delle Acciaierie di Borgo Valsugana insieme a quelle della discarica di Monte Zaccon e dei terreni inquinati dell’ Europa Steel, dimostrano che gli abusi ambientali purtroppo stanno penetrando anche in Trentino (come da noi denunciato da tempo) e che il controllo ambientale del territorio da parte della Provincia non è adeguato. Bisogna che la Giunta provinciale ne prenda atto con maggiore convinzione.
Serve al più presto potenziare gli uffici di controllo dell’APPA, aumentare uomini e strumenti e il numero stesso dei controlli effettuati, come abbiamo proposto già in passato. Sicuramente in questa vicenda l’ APPA e la Provincia avrebbero potuto fare più di quanto previsto dalla legge e offrire una fase di maggiore pubblicità della complessa procedura di AIA(autorizzazione integrata ambientale), che avrebbe permesso ai cittadini di capire il procedimento.
Riteniamo che i controlli e le analisi debbano in futuro essere effettuati direttamente dall’Ente pubblico, perché come abbiamo visto affidarli alle stesse aziende, che poi demandano a laboratori compiacenti le analisi, risulta un rischio.
Legambiente chiede che siano tenuti sotto controllo in ogni caso anche i terreni agricoli adiacenti l’Acciaieria, e anche la filiera agro-zootecnica, perché non possono essere considerati garanzia sufficiente quelli effettuati per le sole emissioni in aria, come questa vicenda dimostra.
Chiediamo che la popolazione sia costantemente informata, con trasparenza da parte della Provincia, meglio di quanto finora accaduto.
Chiediamo che l’Azienda sanitaria effettui un’analisi in profondità della salute dei lavoratori e della popolazione residente nella zona dove incidono le emissioni dell’Acciaieria, collaborando anche con esperti esterni e nazionali.
Chiediamo all’Assessorato Industria della Provincia una seria analisi di carattere economico: quanti contributi ha ricevuto in questi vent’anni l’Acciaieria? E’ uno stabilimento competitivo sul mercato? La verità dei costi significa sapere il costo reale di un prodotto, considerati anche gli eventuali costi sanitari e ambientali. Serve una riflessione pubblica sul futuro dello stabilimento e sulla sua compatibilità ambientale.
Esprimiamo infine la nostra fiducia al nostro socio, membro del Direttivo di Legambiente Trento, Mauro Facchinelli, funzionario tecnico di APPA, iscritto nel registro degli indagati dalla Procura. Mauro Facchinelli è una persona onesta, seria, competente. Da sempre impegnato come ambientalista. Proprio lui come nostro esponente aveva alcuni mesi addietro portato in Terza Commissione del Consiglio provinciale la nostra riflessione su come migliorare il lavoro di controllo ambientale di APPA.
Abbiamo fiducia che presto gli inquirenti scioglieranno la sua posizione.
Sicuramente sono le norme ad essere inadeguate, perché prevedono un limite di emissioni vecchio, che lo Stato non ha voluto aggiornare in legge alle tecnologie e conoscenze mediche moderne in tempi utili. La Provincia di Trento avrebbe potuto, come ha fatto la Regione Puglia un anno fa, approvare una legge con limiti inferiori per le emissioni dell’Acciaieria, come successo per l’ILVA di Taranto. Se quei limiti fossero stati imposti prima dell’AIA, le emissioni sarebbero state inferiori anche negli anni precedenti, a beneficio della salute delle persone e dell’ambiente.
La Provincia ha investito molto in altri settori (il turismo, ad esempio), avrebbe potuto investire di più e prima anche sulla qualità dell’Acciaieria. Per il futuro vogliamo che il Trentino torni ad essere avanguardia, nei controlli, nelle prestazioni, nelle tecnologie, nelle politiche.