Nei giorni scorsi la Magistratura ha indagato i responsabili di SUANFARMA per inquinamento ambientale del rio Coste e in conseguenza dell’Adige. Vi erano state negli anni numerosi segnalazioni delle singolari colorazioni del rio Coste, di emissioni nauseabonde e della presenza nelle acque di fanghi e, a quanto leggiamo sulla stampa, è stata necessaria una lunga e complessa indagine per individuare l’origine dei contaminanti.
Ringraziamo il lavoro e sosteniamo l’operato dei magistrati inquirenti della Procura di Rovereto, degli ispettori di APPA e dei carabinieri del NOE che hanno permesso di bloccare un grave episodio di inquinamento delle acque.
Ci dispiace scoprire che questo grave episodio di inquinamento sia stato messo in atto, unitamente a strategie per eludere i controlli, da un’azienda che ha scelto di aderire al Regolamento EMAS e che nella corrispondente Dichiarazione Ambientale EMAS individua la tutela della sicurezza, della salute e dell’ambiente, sia all’interno che all’esterno della propria unità produttiva, come valori fondamentali.